Speleo Club Ribaldone - Genova

Gruppo speleologico fondato nel 1970

11/12/12/2004: Traversata Pollera Buio

Sabato 11 e Domenica 12 Dicembre

Traversata Pollera-Buio a Finale Ligure (SV)



Partecipanti: Riccardo Barbero, Alessandro Vernassa, Chiara Migliorero, Alessio Migliorero, Andrea e Michela Gaggero (S.C. Ribaldone) Stefania Mantero, Ilaria Cambiaso (G.S. Martel), G.S.S.Giorgio, Michele (Gruppo Grotte Savona), MKF Vara club + cani sciolti


Sabato 11 Riccardo e Alessandro con l’A.I.C. si danno appuntamento a Finale per le 14. Devono svuotare il sifone che collega l’Arma do Buio all’Arma Pollera. Sembra che ci siano dei problemi e che uno dei due tubi non funzioni come si deve. Riccardo per controllare meglio la situazione si immerge totalmente nell’acqua ma lo spazio vitale diventa ben presto praticamente nullo ed è costretto a tornare indietro. Iniziano i dubbi nel riuscire ad organizzare la traversata. Ci si avvia un po’ sconfortati verso il riparo dove si passerà la notte. Una cavità sulla strada dopo la chiesa di Perti. Si dovrebbe essere una decina in tutto, ma all’ultimo si aggiunge una delegazione del Bolzaneto che il giorno successivo sarà a Borgio Verezzi a fare palestra.

La serata prosegue come sempre con un tasso alcolico abbastanza alto. E durante la serata veniamo raggiunti da Stefania, Attanasio e Fulgida che pero’ non parteciperanno all’uscita di domani e da altra gente del Bolzaneto. Alla fine saremo una trentina di persone più Rocky, il cane di Speleogagge. Che è stato disturbato da SpeloRicci che ha azzannato il suo stesso osso di brontosauro con il risultato che ha rischiato di trovarsi senza un dito. Abbiamo pensato ad disinfettarlo con un po’ di Pampero…

Verso le due il Bolzaneto decide di avviarsi verso Borgio e rimaniamo davanti ad un fuoco che minaccia di spegnersi a ultimare le scorte di Pampero e a sbranare un po’ di panettone. Nel mentre SpeleoAlex e SpeleoGagge vanno a fare legna e arrivano con la macchina carica (non abbiamo indagato sulla provenienza della legna già pronta da ardere che non aveva assolutamente l’aspetto di provenire dal bosco vicino) Verso le tre iniziamo a contare i superstiti. E decidiamo di ritirarci nelle nostre tende. Il fuoco è ancora vivo e la temperatura è accettabile. C’è gente che non si infila nel sacco, ci sviene direttamente dentro.

Domenica le sveglie suonano alle 8 precise, peccato che nessuno di noi le senta, il primo ad uscire dal bozzolo almeno 40 minuti dopo l’orario stabilito, è SpeleoAlex che ha la brillante idea di svegliare Stefania alla maniera di Franco facendole salire uno stato di ansia in una condizione già alquanto precaria. Sbuca come una lumaca dalla sua casetta di nylon e scruta l’orizzonte alla ricerca di un qualcosa che le ricordi dove ha dormito e da chi è circondata. Nel mentre un altro strano animale con una felpa della UCLA fa capolino dalla sua tenda-museo arancione alla ricerca di una scusa plausibile per rimanere in tenda a schiacciare più di un pisolino. Tentativo inutile: dobbiamo andare. Speleoricci è abbandonato tra le braccia di Morfeo e nemmeno una bomba al napalm sarebbe in grado di smuoverlo da quel torpore di sonno e sbronza. Ilaria e Stefania decidono di andare a fare colazione mentre gli altri tentano di darsi sembianze umane. Spelogagge è riverso in tenda attanagliato da un gruppo di folletti che picozzano sulla sua testa. Michela che non viene in grotta è l’unica ad essere già operativa (ma come fa???) Speleoricci non accenna a dare segni di vita. Iniziamo a sospettare che sia morto nella notte quando ad un tratto emette un grugnito: ok, è vivo!

L’appuntamento con il G.S. S.Giorgio è alle 9.30. Ce la possiamo fare…al ritorno dal bar i ragazzi sono già riusciti a smontare le tende e a prepararsi. Si carica la roba in macchina e si parte. Arriviamo al posteggio e iniziamo i preparativi con la mobilità e l’entusiasmo di una stalattite, una volta pronti arranchiamo per la salita tentando di trovare una giustificazione valida per poter evitare l’uscita e tornare a dormire. Ma oramai è fatta e dobbiamo proseguire. Un gruppo parte dall’ingresso della Pollera, l’altro gruppo formato dal San Giorgio più SpeleoRicci parte dal buio e si occuperà di svuotare il sifone per aprire il passaggio tra le due. Se alle 15 siamo al sifone e non è ancora vuoto si torna indietro.

Giunti finalmente alla sommità del sentiero nel bosco si apre davanti a noi la magnificenza del salone d’ingresso della Pollera denominata Sala Perrando. Giunti qui ci attrezziamo e ci accingiamo nella discesa. C’è da affrontare un pendio fangoso denominato guardacaso “scivolo” e noi lo abbiamo preso in parola. Ecco che il primo del nostro gruppo ci arriva prendendo una sederata! Primi di tutti partono i torrentisti, a ruota partono SpeloAlex, Alessio, Michele, Chiara, Ilaria e infine Stefania. Si giunge quindi al salone Issel dove c’è da affrontare uno scivolo superato meravigliosamente a "leopard skin style". Ci incrocchiamo nella prima strettoia nel dubbio della strada da seguire, superata questa difficoltà proseguiamo nel nostro intento e ci dirigiamo verso la famigerata buca da lettere, una strettoia temutissima. Passa prima il gruppo dell’A.I.C. dopo di loro si infila nel pertugio Stefania convinta di uscirne soltanto dopo almeno una settimana, dietro di lei Ilaria, Chiara, Alessandro e Michele. Il gruppo ha qualche difficoltà a stare al passo con Gianluca che come un’anguilla sguscia attraverso la buca da lettere e raggiunge il fondo armato con una corda per poter oltrepassare il pozzettino. Stefania comodamente incastrata ( a volte il sedere grosso è un vantaggio) aspetta che Remo le liberi il passaggio per poter proseguire, ma un respiro di sollievo troppo profondo evidentemente le fa buttare fuori troppa aria facendola precipitare e facendole tirare una “mentata” contro la roccia. Con conseguente risata e perdita di forze di Ilaria che la seguiva. Arrivati al pozzetto ed assisititi alla sommità da Gianluca e all’arrivo da SpeleoAlex scendiamo verso il Buio nuovo dove su passaggi in contrapposizione con appigli abbastanza facili e saltando come stambecchi arriviamo all’ultima saletta prima di affrontare il sifone. Michele e Gianluca, coloro che conoscono meglio la grotta, decidono di proseguire per andare a controllare la situazione del sifone lasciano indietro il resto del gruppo composto da Martel, A.I.C. e Ribaldone. Arrivati ad un certo punto non riusciamo a capire quale sia la strada giusta, sembra chiusa ma potrebbe esserci un passaggio salendo ed uno scendendo. Decidiamo quindi di aspettare il ritorno dei due per non fare cavolate. Nel mentre tentiamo di ridare vita alle carburine che nel contempo hanno subito una moria generale, ma con scarsi risultati. Dopo qualche minuto arriva Gianluca avvisando che il sifone è vuoto e si puo’ tranquillamente proseguire. I torrentisti avanzano e il gruppo di Ilaria Stefania, Chiara, Alessandro e Alessio decidono di fermarsi qualche istante e ne approfittiamo per fare un bel po’ di foto alle magnifiche concerezioni. Dopo qualche minuto sentiamo raggiungerci una voce famigliare: è Speleoricci che arriva armato di muta e imbrago e che ci ha raggiunti dall’altra parte attraversando il sifone. Proseguiamo quindi nel raggiungimento del suddetto. Affrontiamo un piccolo scivolo che pero’ miete una vittima: che come al solito deve lasciare il segno (su se stessa pero’!!! ^__^) Stefania rifiuta l’aiuto di Speleoricci per discendere lo scivolo, spicca un salto da atleta senza rendersi conto che davanti a lei la roccia è più bassa del previsto e si stampa con il casco sulla roccia rimanendo qualche istante tramortita ma ancora viva. Una scena degna di Willy il coyote. Probabilmente il neurone che le era rimasto ha subito una sc




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